Il 30 marzo del 1895 nasceva Jean Giono. La sua figura, oggi più che mai, ci ricorda che quando tutto pare perduto, quando il mondo stesso pare un deserto inospitale, c’è ancora una possibile strada da percorrere. Quella che si alimenta in egual misura di fiducia e di tenacia.
“Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c’era nulla”.
Bastano poche righe a cogliere l'intuizione profetica del personaggio indimenticabile a cui Giono ha dato voce.
Nato il 30 marzo del 1895, figlio di un calzolaio di origini piemontesi, cresciuto nelle ristrettezze e diventato impiegato di banca prima di rivelare il suo talento letterario, Giono è sempre rimasto un autodidatta ma ha saputo sviluppare una intensa produzione che spazia dai saggi alle poesie, dai romanzi alle commedie teatrali.
L’uomo che piantava gli alberi è forse il suo capolavoro più noto: un delizioso, illuminante racconto che ci ha consegnato la memoria di un personaggio straordinario. La sua lezione può esserci d’aiuto oggi, mentre siamo immersi in un’emergenza di cui non vediamo la fine e da cui non intravvediamo via d’uscita. Ma nessuno avrebbe potuto solo immaginare che piantando una ghianda dopo l’altra, un giorno dopo l’altro, quella montagna desolata avrebbe lasciato il posto a una foresta rigogliosa…
Ma nelle pagine di questo fulminante racconto si trovano tanti altri temi cari a Giono: il pacifismo, l’attaccamento alla vita e il ritorno alla natura, la ricerca della felicità come opera collettiva e comunitaria, il valore del lavoro onesto. Quante cose che si torneranno utili, se solo avremo la forza e la voglia di ripensare il nostro stile di vita…
L’uomo che piantava alberi è un libro da leggere da soli e rileggere con i propri figli.
Lo trovate sempre in libreria da noi. Ma intanto, se volete un assaggio...
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