Un ragazzino, Nino Franzin, nasce in un paese della Bassa Padovana bagnato dal fiume Fratta-Gorzone. Cresce andando a pesca e passando il suo tempo in un’area golenale, prima in compagnia di un amico poi soltanto di se stesso e della sua anima curiosa e, sin da subito, ambientalista. Qui, sulle sponde di uno dei fiumi più inquinati d’Italia, si formano la sua coscienza civile, la sua idea dell’amicizia e soprattutto dell’amore.
Ma quando lascia il paese per la città, via via che cresce accantona la sua lingua madre – il dialetto veneto – la sua gente e, fiero di far carriera, anche il fiume e il suo impegno per lui. Poi un giorno sente di aver toccato il fondo e, anche grazie ad Anna, sua moglie, e alle loro vicende personali, Nino si riscatta e noi con lui.
L’esordio narrativo del padovano Alessandro Tasinato, nato a Megliadino San Vitale, è davvero potente. La storia di Nino Franzin è tanto personale quanto universale, proprio perché ognuno di noi veneti vi si può riconoscere.
Ma soprattutto questo romanzo è un libro di denuncia, ben documentato e vero, che l’autore ha scritto molto prima che venisse alla luce il disastro ambientale che conosciamo con il nome di Pfas e che ha avuto inizio negli anni ’70.
L’autore denuncia l’inquinamento del fiume a carico dell’industria conciaria della valle del Chiampo ma non si sottrae nel dire a tutti noi che, come cittadini, ci siamo voltati dall’altra parte, non ci siamo battuti per la nostra acqua, per i nostri fiumi.
Forse adesso è venuto il tempo di farlo e ce ne siamo resi conto tutti perché “il veleno” è entrato in noi, ce l’abbiamo nel sangue.
L’abilità dell’autore però sta nel fatto che Nino, tutto questo, lo racconta al lettore con la leggerezza e l’ironia tipica dei veneti che sanno guardare il mondo con saggezza.
Nino è una voce narrante convincente, capace di far sorridere e commuovere il lettore al tempo stesso. Capace di convincere che occorre schierarsi e che la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo è una delle cause più giuste per le quali scendere in campo!
I riconoscimenti
Il fiume sono io ha vinto la 38° edizione del premio letterario Gambrinus Giuseppe Mazzotti 2018, ottenendo il premio per la sezione “Ecologia e paesaggio” e il premio finale “La voce dei lettori”.
«Straordinario ed emotivamente coinvolgente – si legge nelle motivazioni della giuria – il continuo intrecciarsi tra storia ambientale e indagine psicologica, con uno scambio anche lessicale tra uomo e natura: l’uomo che diventa e parla come fiume, pesce, animale e viceversa, con il recupero di termini dialettali e l’introduzione di efficaci neologismi».
È stato finalista alla 25° edizione del premio letterario Latisana per il Nord Est 2018 nella sezione Opera prima.
L’autore
Alessandro Tasinato, nato a Este nel 1974, è cresciuto a Megliadino San Vitale e oggi vive a Monselice.
Laureato in Scienze ambientali, ha svolto indagini sui cicli produttivi della chimica, del cloro, del petrolio e dei rifiuti nei grandi impianti industriali. Si è occupato di energia, fonti rinnovabili e cambiamenti climatici.
Per la Bassa Padovana è stato tra i promotori del “Parlamento” per la salvaguardia del fiume Fratta-Gorzone. Nel 2017 ha fondato I.D.E.A. – associazione senza scopo di lucro per la divulgazione dell’etica ambientale.
Il fiume sono io è il suo primo romanzo.
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